DESCRIZIONE TECNICA PER PITTURA AD ACQUERELLO DENOMINATA “CRAQUELE'”

Definizione.
Si tratta di una tecnica pittorica originale, da me messa a punto, per ottenere un effetto “fissurato”(craquelè) sulla superficie cartacea, rispettando il principio dell'acquerello puro, in cui non esiste il colore bianco. Le linee vengono infatti ottenute rispettando il colore della carta non dipinta.

Materiali.
Per la realizzazione di un acquerello “craquelè”,si usano:
1) Carta per acquerello,di peso non inferiore a 300 g./mq., possibilmente a grana fina.Si possono adoperare anche carte più pesanti (640 g/mq), ma è consigliabile prepararle con la applicazione di colla di pesce diluita, per ridurne l'assorbibilità.
2) Matite in grafite “Faber Castel”HB, B, 2B.
3) Acquerelli in godet o in tubetti “Winsor and Newton”
4) Pennelli per pittura ad acquerello di dimensione e forma variabile a seconda dei soggetti
5) Pennini a punta fine per calligrafia
6) “Colourless art masking fluid” per acquerelli (Winsor and Newton).

Esecuzione.

Prima fase: si realizza un disegno a matita del soggetto prescelto

Seconda fase: si procede alla applicazione del fluido mascherante, per mezzo del pennino, realizzando la trama “craquelè”. E' indispensabile scegliere, prima di iniziare questa fase , quanta superficie dell'acquerello andrà occupata dal “craquele”: Si possono ottenere differenti effetti coprendo l'intera superficie o solo alcune aree. In quest'ultimo caso bisogna avere le idee ben chiare, perchè successivamente, non è possibile rimediare.

Terza fase:dopo essersi accertati del completo essiccamento del fluido mascherante, si dipinge ad acquerello in modo totalmente libero. E' ovviamente necessario non usare tecniche che possano danneggiare il craquelè (punte metalliche, lame, nastri adesivi ecc.)

Quarta fase: dopo aver verificato la completa asciugatura del dipinto, ed essendo certi di non dover fare ulteriori modifiche , si procede alla rimozione del fluido mascherante. E' preferibile farlo con il polpastrello, che permette di avvertire, al tatto, le zone residue non ben visibili.

Corrado ANGELO